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Trecchina


IL TERRITORIO

Nasce tra tigli e castagni, incastonato tra cime alte, reso ridente dal verde che lo circonda e lo invade, addolcito dall’odore del mare che si infrange sulle costa tirrenica a pochi km da questo magico entroterra. Trecchina.

A 500 metri s.l.m. ostenta una morfologia alquanto dinamica. Attraversato dal fiume Noce, il territorio trecchinese si allontana dal mare con le più alte vette dell’Appennino Lucano, come il Coccovello e il Monte Serra Pollino, sulle cui cime nelle giornate più limpide si spalanca un panorama inaspettato, quello delle Isole Eolie. Poche curve però lo separano dalla “Perla del Mediterraneo” e lo rendono meta turistica appetibile per quanti amano rifugiarsi nell’atmosfera di montagna dopo lunghe giornate trascorse sulle calde spiagge tirreniche.

LE ORIGINI

Deriva da “tre chine” il nome Trecchina, o meglio dalle tre cime su cui sorge il paese.

Nato nel 317 a. C. durante la II guerra sannitica da un accampamento romano chiamato Terenziana, assunse ben presto il nome che oggi conosciamo, attraversando però una serie di celebri vicende storiche.

Nel 410 a. C. Alarico, re dei Visigoti, autore del saccheggio di Roma, vi costruì una roccaforte poi distrutta dai Saraceni.

Una roccaforte più imponente fu edificata dai Longobardi, succeduti dalle dominazioni di Normanni, Svevi, Angioini,  Aragonesi e Spagnoli.

Rilevante fu la presenza, tra l’XI e il XII sec, di gruppi eretici provenienti dal Piemonte, tra cui i Monferrato, le cui tracce sono rinvenibili tutt’oggi nel dialetto locale.

IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE

Un coacervo di suggestioni attende il visitatore di Trecchina, dall’incantevole cornice naturalistica che offre un’accoglienza bucolica e romantica alle meraviglie di natura storico-artistica che arricchiscono il quotidiano del centro abitato.

Diviso in due parti quest’ultimo, il Castello e il Piano, presenta anche una differente declinazione architettonica. Da un lato è caratterizzato da viuzze che si inerpicano tra costruzioni medioevali fino a raggiungere il punto più alto del paese, dove un tempo sorgeva il cinquecentesco Castello baronale, di cui sono visibili ancora una torre merlata e mura di cinta; qui Trecchina conserva ancora il suo borgo antico che, adagiato su uno sperone roccioso, preserva angoli di rara bellezza, come il fiabesco Giardino Belvedere da cui è possibile ammirare tutta la vallata sottostante, e antiche abitudini. Dall’altro lato, invece, sfoggia una configurazione urbanistico-architettonica moderna. Partendo da Piazza del Popolo, punto centrale del “Piano”, lo sguardo viene letteralmente catturato dai colori frizzanti e gioviali dei fiori che adornano i balconi di maestosi palazzi in stile liberty, come l’ex Palazzo Scarpitta e il Palazzo Mainone in via Jequiè.

In questa parte del paese, tra costruzioni moderne messe in risalto dalla cura e dall’attenzione dei propri abitanti, e spazi verdeggianti rinfrescati dall’ombra dei castagni e impreziositi da aiuole variopinte, si svolgono, soprattutto nella stagione estiva, eventi culturali di varia natura tra cui mostre d’arte, di artigianato, di tipicità enogastronomiche, concerti sotto la luna e spettacoli teatrali.

Si erge qui, inoltre, nel punto focale della vita trecchinese, la chiesa madre dedicata a San Michele Arcangelo. Costruita fra il 1840 e il 1878, dotata di un più recente campanile edificato all’inizio del XX sec, possiede un’ampia navata con raffinate decorazioni che impreziosiscono il presbiterio e i controsoffitti; custodisce tele della scuola napoletana, medaglioni e volta affrescati da Mariano Lanziani e restaurati da Larocca.

A sud-ovest della piazza si trova invece la chiesa di San’Antonio, risalente ai primi decenni del XX sec. e legata a una storia alquanto particolare.

Ma i luoghi di culto e di interesse artistico e culturale non finiscono qua.

Sulla cima di Serra Pollino, a pochi km dal centro abitato, si erge il santuario della Madonna del Soccorso, risalente al IX sec.

Affascinante sia per il panorama mozzafiato che regala ai visitatori sia per la sua storia custodita tra mura antiche e semplici, questa piccola chiesetta di montagna conserva una certa forza artistica e culturale, opponendo alla povertà di stile che la caratterizza un interessante bassorilievo realizzato nel XVI sec. ritraente la Madonna e una scultura lignea del XIX sec. raffigurante Maria Santissima del Perpetuo Soccorso a cui sono dedicati grandi festeggiamenti nei primi giorni del mese di settembre.

L’ENOGASTRONOMIA

Noci e castagne sono il simbolo della tradizione culinaria trecchinese che da sempre li usa per produrre torte e biscotti che profumano di bosco, di autunno, di genuinità.

Prelibatezze ben note su tutto il territorio lucano, celebrate con una sagra ormai ventennale, quella della Castagna, in cui è possibile gustare oltre ai dolci anche altri prodotti a base di castagna, quali pasta, miele, liquori, gelato e birra.

Accanto a questi magici odori che invadono le strade del paese, in particolare nel mese di ottobre, vi è il tipico profumo di pane sfornato quotidianamente in quantità industriali dai numerosi panifici sparsi per la città tirrenica. Si tratta di un prodotto molto particolare, ottenuto con farine locali e l’aggiunta di un ingrediente inaspettato, la crusca!

Lavorato a mano, l’impasto viene sottoposto a doppia lievitazione in madie di legno, avvolto in teli di cotone e infine cotto rigorosamente in forno a legna con legna di faggio.

Un alimento unico e squisito che accompagna i piatti tipici della tavola lucana rispecchiata in toto nel gusto trecchinese per la pasta fatta in casa condita con sughi di carne, zuppe di legumi e taglieri di salumi e formaggi vari.