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Castelluccio Superiore


IL TERRITORIO

È un comune montano, caratterizzato da un cumulo di case arroccate su un alto sperone dell’Appennino Lucano che si stringono tra loro come a volersi far forza l’un l’altra dinanzi alla bellezza disarmante della natura che le accerchia.

Parte anch’esso, come Castelluccio Inferiore, del Parco Nazionale del Pollino, nasce alle pendici del Cozzo Pastano e si affaccia suggestivamente sulla Valle del Mercure.

LE ORIGINI

Diverse sono le teorie riguardanti le origini del comune. Molti storici riconducono la nascita di questo paesino ai resti della città di “Tebe Lucana”, costruita dagli Osci. Altri, invece, la fanno risalire alla città presannita e romana, “Nerulum”.

La sua denominazione, tuttavia, deriva dal nome di un capitano lucano, Lucio, al quale andò il controllo del castello costruito dai Sanseverino: “Castel di Lucio” e poi “Castelluccio”.

Fu solo con la fine del feudalesimo che il borgo conquistò la sua autonomia, nel  1813.

IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE

Notevole l’espressione artistica del paese, soprattutto se si considera il valore aggiunto dato dalla posizione geografica alla ricca eredità che il passaggio della storia ha lasciato. Edifici storici, ritrovamenti archeologici e chiese rurali acquisiscono un fascino unico se associate al panorama mozzafiato su cui si affacciano: la Valle del Mercure contornata da faggeti e cerreti che al variare della stagione proiettano sul paese riflessi cromatici diversi, accompagnati dal passaggio di piccoli animali che abitano quei meravigliosi angoli verdi.

Molte sono le cappelle del borgo tra cui spicca la chiesa madre Santa Margherita di Antiochia, risalente al tardo ‘500. Qui è possibile ammirare la statua lignea della Santa, posta in una particolare nicchia, un prezioso dipinto del 1580 raffigurante l’Eterno Padre di Antonio Stabile e un affresco del XVIII secolo, “Decapitazione di Giovanni Battista”.

Notevole il campanile che svetta verso il cielo, con la sua base quadrata, una copertura policroma in piastrelle e vari elementi gotici.

Uscendo dal paese un altro campanile cattura l’attenzione dei passanti per la sua altezza e la policromia della copertura: è quello della chiesa di Santa Maria di Loreto, costruita alla fine del XVI secolo. E, infine, in alta quota, esattamente a 1103 metri s.l.m. si trova il Santuario della Madonna del Soccorso, una struttura accogliente, piccola ma curata, preceduta da una docle scalinata che termina dinanzi ai tre archi che adornano la facciata della chiesetta. Di impianto medioevale e corredata, anch’essa come le altre,  da un campanile dalle caratteristiche tegole colorate, suggerisce pace e tranquillità, aiutata in ciò dalla vegetazione che le offre una cornice bucolica.

A pochi passi dal Santuario è possibile ammirare i resti di un antico insediamento urbano del IV secolo a. C.

L’ENOGASTRONOMIA

Tra i sapori tipici di Castelluccio Superiore, oltre alla pasta fatta in casa, must di quasi tutti i comuni lucani, non può di certo mancare quello della salsiccia alla brace, la cosiddetta “nuglia” e quello dei vari salumi. A seguire troviamo l’agnello alla contadina, insaporito da pomodorini, prezzemolo, cipolla e salvia, l’agnello saporito e il baccalà a ciaruedda, cotto con cipolla soffritta, pomodori, aglio e vari odori.

Ampio il ventaglio dei dessert. Dal sanguinaccio ai dolcetti fritti ripieni di castagne detti “chinuliddr”, dalle frittelle carnevalesche note come “crispeddr” ai  “cannarichl” e alle “rosette”, preparati con pasta frolla fritta, fino ad arrivare alla gustosa “picciddrat”, un particolare tipo di pane a base di uova e zucchero. Un tripudio di golosità e sfizioserie.

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